Wednesday, July 12, 2006

Tessere su "La vita istruzioni per l'uso"

le  perplessità di
***, nel leggere
IL libro di perec, sono
probabilmente condivise
da parecchi di quelli
che provano a leggerlo.
nessun intento di confutare
il de gustibus: il degustibus
è giustibus; e senza dubbio La
Vita Istruzioni Per L'Uso non è
per tutti, benché opera 'unive
rsale'. Non per tutti ma for
se per molti; per mari
e molti (per
Mari di s
icuro).

non
ci sono
solo elenchi
e descrizioni,
in LVIPLU; ci
sono molte
storie;
ci sono al
meno 179 storie (a gruppi di 60,
monco il terzo - ci mancherebbe!). alcune
storie complicate e appassionanti, altre
semplici aneddoti di quotidianità. (le almeno
179 storie sono elencate nel capitolo 60, ca
pitolo piuttosto illuminante per vari aspet
ti). tutte le storie, come
gli oggetti e i
personaggi,sono
intrecciati nei luoghi
del palazzo parigino che è la
'capitale' e il centro dell'universo LaVIPLUiano.
volendo dare UNA possibile chiave di lettura del
testo (intento perigliosissimo e consapevolmente ri
duttivo, trattandosi di un'opera-mondo), io direi
che LVIPLU racconta la straordinarietà,
la complessità e la ricchezza
del quoti diano(1).


la struttura casual-matematica
che genera le storie, il loro in
trecciarsi e il modo di raccontar
le si deduce dagli appunti di per
ec; ma conoscerla è solo un
approfondimento, uno scavo
non necessario alla pri
ma lettura (uno scavo
che per altro non rivela tut
to). Lo scavo può aver senso in q
uanto può far conoscere altre parti de
ll'universo LaVIPLUiano; non ha molto s
enso se serve a farne il censimento o
la collezione da fan-atic. ma il punto
è che una lettura solo da esegeti o
ermeneuti è sbagliata (2) (
abbastanza ovvio,neh).


insomma,
"La vita, istr
uzioni per l'uso"
non ha bisogno
di istruzioni
per l'u
so.

comunque la presenza massiccia
del caso, di accurati randomizzatori
di elementi narrativi, è - imho - qual
cosa di più dell'intento di mascherare
da gioco la struttura dell'opera:
il caso, nel testo. è anche la
riproduzione artificiosa del
modo di attuarsi, nella
realtà, della straordinarietà del
quotidiano. qualcosa che ricorda il "rag
gio verde" di rohmer - vagamente - in ce
rto senso - no, anzi, meglio cancellare
rohmer: non fa chiarezza, direi.
il gioco,il caso; il
ruolo del caso
nei giochi, il
ruolo del caso ne
lle vicende di
tutti i giorni
(ecco).

per meglio
dire, l'accost
amento e l'inter
secarsi di tante
vicende, persona
ggi, oggetti
mette in
evidenza
la continuità
tra ciò che è banale e ciò
che è sin golare; e la possibi le tesi
(1) è che tutto è singolare e niente è straordi
nario, nell'insieme. ogni tessera conta, e i gi
ochi, beh, i giochi sono una cosa seria
quanto le altre, nella realtà
quotidiana.
(e comu
nque
gli ele
nchi sono
una lettura
_potenziale_
bellissima,
altro
che.)



c'è poi il modo di raccontare:
perec narra le sue storie in modo
sempre distaccato: non proprio
cronachistico: piuttosto senza
giudicare: le vicende -
e gli oggetti
- parlano
da soli.
tuttavia
è indubbio
che, per dire, del
pittore famoso si capisce
l'ambizione, la furbizia e la
spregiudicatezza; mentre l'art
igiano Winckler non ha in sé
nient' altro che integrità,
scrupolosità, precisione,
zelo; e anche nella
storia grottesca
del critico d'arte
che cerca in tutti
i modi di acquistare i
puzzle di bartlebooth perec
dice la sua (e prende in giro
non velatamente il sistema del
mercato e della critica
d'arte del suo tempo).


tutto
ciò si poteva
raccontare meglio?
ne dubito. chi lo
pensa,faccia esempi.
fatto sta ("fatto",
si fa per dire)
che un univer
so così ri
ccamente popolato
creato mantenen do in eq
uilibrio forma e contenuto
(e con una forma così macr
oscopicamente prot agonista,e
per certi aspetti rigida e vin
colante) costituisce un'impresa pres
soché unica e fa del testo un classico
della letteratura e la mappa di un
mondo che sta agli antipodi del
la Plotlandia ove dimora la
gran parte degli
scrittori.

p.b.

(1) naturalmente ciò è falso e quindi lo nego.

1 comment:

fefo said...

ho letto con piacere la tua poesia "Tessere su "La vita istruzioni per l'uso", se era poesia, e non ricamo, e non critica, o non tutto questo.
La trovo interessante. Amo Perec per la biodiversità all'interno di sé e delle sue opere. Non solo esse e lui sono diversi dal resto degli oggetti a loro esterni, ma sono differenti anche fra di loro, intesi come coppia (autore e opere) e come elementi della coppia. Perec è diverso da sé e le sue opere diverse fra loro. E come il Perec di oggi è diverso da quello di domani, ogni opera è diversa dalle altre, e lo è anche all'interno di sé, pagina per pagina, riga per riga.
Amo la diversità perché coesite con l'uguaglianza. ALtrimenti non staremmo a parlare di un certo Perec e di alcune sue opere, ma di un esterno a noi indistinto.
Amo la tua poesiola per ragioni analoghe.
Non so chi sei ma mi piaci.

Saluti Stefano Pioli - Reggio Emilia, Amalfi, Pisciotta - 335 1908517